Una famiglia per bene

In questo romanzo Matteo Bonadies ha disegnato la storia di una famiglia alto-borghese, eccellente in tutto. I personaggi maschili eccellono nelle professioni, come padri, come mariti, come compagni di lavoro. Appaiono impeccabili in ogni occasione e sono abili nel rappresentare a tutto spettro le proprie virtù correttezza, operosità, onestà, successo, onorabilità, persino filantropismo e disinteresse per la ricchezza e il danaro. Essi sembrano appagarsi nella loro immagine che si identifica con quella della famiglia e del suo buon nome e sono preoccupati di salvarlo sempre, a tutti i costi. Con la loro adesione a valori vissuti nella loro esteriorità e con il loro culto delle apparenze questi personaggi, descritti nella loro opaca convenzionalità, si connotano come ancorati ad un modello di società (di cui sono parte e specchio) la cui idea di moralità consiste solo sull’apparenza e sulla finzione e nell’autoinganno.

Il tema dominante del romanzo Matteo Bonadies lo affronta con la stringatezza di sempre, con la precisione dei profili che traccia, con una scrittura apparentemente semplificata, in un paesaggio urbano essenziale. La scansione ordinata dei capitoli, anche i frequenti flashback, l’esclusione (voluta) di nessi causali nel dispiegare i destini dei suoi personaggi e i loro comportamenti apparentemente inspiegabili per gli “altri” danno forma ad una interessante fotografia, quasi antropologica.