In una Leopoli di fine Ottocento, centro pulsante della Galizia asburgica, si svolge un dramma domestico e sociale che mette a nudo le contraddizioni di un’epoca e di una famiglia. Il capitano Antoš, di ritorno da una lunga campagna militare, trova un mondo in bilico tra la rigidità morale e la corruzione nascosta della borghesia locale. Il processo alla signora Weiss, una nobildonna accusata di gestire un bordello, scuote le fondamenta di una società apparentemente rispettabile. Ma il vero terremoto avviene tra le mura domestiche di Antoš, quando l’amore per la moglie Anelja, madre dei suoi figli, si trasforma in un tormento lacerante tra passione e disillusione.
Attraverso un monologo interiore di straordinaria intensità, Ivan Frankò ci guida nei meandri dell’anima del protagonista, dilaniato tra il desiderio di vendetta e il richiamo di una pace familiare ormai irraggiungibile. Un’opera realistica e profonda, che anticipa lo stream of consciousness e tocca temi scottanti come la prostituzione e la tratta delle bianche, offrendo al contempo uno spaccato storico preciso e avvincente di una città sospesa tra Oriente e Occidente.
Con una scrittura incisiva e moderna, Frankò descrive con maestria il dualismo tra amore e odio, tra città e campagna, tra il dovere pubblico e il dramma privato, regalandoci uno dei primi romanzi urbani della letteratura ucraina.
Tradotto per la prima volta in italiano, Ultima confessione a Leopoli ci parla ancora oggi di lotte sociali e familiari senza tempo.
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