Rosso candido è un romanzo ambientato nel 1978 in un paesino della Sicilia interna. Il protagonista è un maresciallo dei carabinieri, Ninni Petralia, il quale pur essendo originario di Mazara del Vallo ama il freddo come un vero nordico.
Per questo ha scelto il comando in un paese di mezza montagna, Acquamara, dove a inizio febbraio si verificano tre bizzarri ritrovamenti in altrettante chiese: una fotografia erotica attaccata alla coscia di un santo, delle manette sadomaso penzolanti sopra un altare e una bambola gonfiabile appesa al batacchio di una campana.
Singolari scoperte che i sacristi delle due parrocchie principali, acerrimi nemici, considerano un’offesa reciproca. Non la pensa così Petralia, il quale è convinto che si tratti, invece, di una minchiata, al limite di una ragazzata. Ma anche lui dovrà ricredersi. In un carosello di equivoci e farse, aiutato dal suo amico pretore e dal fedele appuntato, riuscirà a far luce su una brutta storia di violenza e prostituzione.
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