Figlio di emigrati in Sudamerica alla vigilia dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Santo Bellomo torna in Sicilia esausto per le conseguenze fisiche e psicologiche che ha dovuto subire a causa della dittatura argentina.
A San Vito Lo Capo, il ritrovamento del più caro amico del padre, il grande feeling che nasce col padrone e cuoco della locanda dove alloggia e la conoscenza di un enigmatico turista straniero, lo condurranno in un viaggio che rimbalza nel tempo e nella memoria, alla ricerca di qualcosa che ha segnato la loro storia individuale e la Storia degli uomini in modo indelebile.
Qualcosa di indicibile si fa largo tra i pranzi e le cene succulente dei protagonisti, che riporta immediatamente al terribile eccidio di Marzabotto, luogo in cui la follia umana raggiunse il parossismo. A solo nominarlo, tra loro cala il silenzio.
Misurato tra l’ironia, la nostalgia e la tensione, Follie di fine estate è la storia di una (R)resistenza personale e collettiva, che grazie a un ritrovato legame umano, riesce a essere condivisa e, finalmente, celebrata, come il più grande atto liberatorio.
In questo lungo romanzo, dai toni cremisi e teneri, fatto anche di storie di pedali, di fatica, di amore per una donna, pulsa forte la forza ambigua di quel segreto, di cui si spera e si teme la soluzione.
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