È il 1998 quando Maurizio Zacco inizia a gestire la libreria di famiglia, nel cuore di Palermo. Prima di lui era stato suo padre, Alessandro Zacco, a scegliere il mestiere di libraio offrendo prima libri scolastici e poi, animato dalla passione per la letteratura e il teatro, ad ampliare l’offerta che oggi, Maurizio, rilancia tra social network e incontri con autori. Ma entrare a far parte del catalogo della libreria Zacco richiede una selezione accurata e precisa, la casa editrice Bonfirraro è riuscita a conquistare Maurizio e la nostra redazione lo ha intervistato per far conoscere a tutti voi cosa vuol dire essere un libraio oggi.
Cosa vuol dire essere un libraio in Italia?
L’Italia è un paese ricco di storia e di cultura e per questo motivo immagino la figura del libraio italiano come un rappresentante di questo concetto a causa di tutto il patrimonio librario che custodisce nel proprio negozio e ritengo che con la sua esperienza e professionalità possa fare da interconnessione tra il cliente ed il libro stesso. In realtà le difficoltà che affliggono il mondo dell’editoria rendono difficile questo concetto perché in Italia si legge meno che in altri paesi nel mondo, ma anche perché il crescente aumento delle vendite on line sui siti web specializzati e degli e-book stanno sempre più conquistando il mercato diminuendo, quindi, la sua l’importanza.
Ricordi il motivo per cui tuo padre ha scelto di fondare una libreria?
Mio padre ha deciso di iniziare l’attività del libraio vendendo manuali scolastici di seconda mano molto richiesti dalle generazioni di studenti che all’inizio degli anni ’50 crescevano di numero; in seguito, mosso dalla sua passione per la letteratura ed il teatro, ha ampliato l’offerta della propria libreria introducendo testi di narrativa e saggistica ma sempre di seconda mano come il mercato dei tempi richiedeva.
Chi ti ha trasmesso l’amore per i libri? Qual è la lezione più importante che hai imparato da tuo padre?
Entrambi i miei genitori mi hanno sin da piccolo avviato alla lettura e all’amore per i libri. Il ricordo di mio padre sul lavoro è legato alla sua rigida gestione dell’attività e alla cortesia e disponibilità che poneva nei confronti della clientela.
Come coinvolgete il vostro pubblico? E i più giovani?
Coinvolgere il pubblico, soprattutto quello giovane, non è facile per una piccola libreria inserita in un centro storico frequentato prevalentemente da turisti. Si sfruttano i canali social per promuovere le novità e si organizzano presentazioni di libri per stimolare l’interesse e l’attenzione del pubblico.
I social fanno leggere di meno?
I social sono frequentati da uomini e donne di tutte le età in numero sempre maggiore e sicuramente tolgono tempo e spazio alla lettura di un libro. Secondo me il problema però sta nei contenuti che si leggono sui social in quanto, a parte qualche rara eccezione, non sono paragonabili a quelli di un qualsiasi libro.
Qual è il libro della casa editrice Bonfirraro più venduto nella libreria Zacco? E quale libro invece tu consiglieresti?
La libreria Zacco vende bene i “40 cunti di Palermo” e “I Borbone: piemontesi bastardi!”; il consiglio è sempre orientato sui romanzi storici della casa editrice Bonfirraro interessanti e di qualità.
Da libraio, quale criterio usi per valutare una casa editrice e inserirla in libreria? Perché Bonfirraro Editore?
Considerata l’ubicazione e la clientela prevalentemente basata sul turismo, la valutazione di un editore da tenere in libreria dipende dall’offerta del proprio catalogo più in linea con gli obiettivi della libreria stessa ed in tutto questo l’editore Bonfirraro soddisfa ampiamente i requisiti.
I libri danno la possibilità di evadere, essere liberi, sognare, ma anche l’oggetto libro è in grado di far provare al lettore emozioni, creare ricordi unici. Come libraio, come lettore, quali sono le caratteristiche che più ami dei libri?
In un libro amo più di ogni cosa la capacità di coinvolgimento che lo caratterizza: che sia un romanzo, un thriller o un saggio di letteratura deve coinvolgere il lettore ed immergerlo all’interno del suo contesto. Inoltre è molto importante il valore che un bibliofilo dà al libro stesso: una prima edizione, una copia autografata dall’autore, un volume di rara reperibilità perché mai più ristampato, sono solo alcuni esempi di ciò che rappresenta l’oggetto libro per un appassionato lettore.
Sei a cena con Luigi Natoli, cosa gli proporresti e cosa gli chiederesti? Consiglieresti di leggere “I Vendicosi” di Nicola La Barbera?
A Luigi Natoli proporrei una passeggiata per il centro storico di Palermo e gli chiederei di portarmi nei luoghi da lui minuziosamente descritti nei suoi “Beati Paoli”; allo stesso tempo gli consiglierei di leggere il libro di Nicola La Barbera che racconta, in maniera interessante e coinvolgente, la storia dei “Vendicosi” vissuti alcuni secoli prima dei Beati Paoli e che si possono considerare gli antenati dei protagonisti del romanzo di Natoli.
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