Botta&Risposta con Bruna K. Midleton

Bruna K. Midleton è una scrittrice di origine inglese e italiana d’adozione. Vive nella bergamasca. La cronaca, ma soprattutto la storia, la ispirano quotidianamente ed è qui che ritrova spunti di narrativa al femminile che la coinvolgono emotivamente. Il suo senso di essere scrittrice è tutto nel ritrarre quei drammi e quelle tragedie dell’esistere, nell’essere testimone del malessere di generazioni inquiete, povere di miti veri, ma tuttavia alla ricerca di valori perduti e di verità troppo spesso nascoste, senza reticenze né artifici.

Con Bonfirraro ha già pubblicato Lucrezia Borgia Giulia Farnese.

Chi sei? Parlaci brevemente di te e della tua formazione.

Sono una donna normale che vive in famiglia, in una terra che amo per la sua bellezza e tra gente genuina e laboriosa. Ho fatto studi classici e mi appassiona la storia, in particolare coniugata al femminile.

Perché hai deciso di scrivere “Murate vive, Marianna De Leyva e le monache di Monza”?

Perché mi ha appassionata e terribilmente impressionata la storia di questa donna che, come tante altre, è stata costretta al velo claustrale e ignobilmente “usata” sia dal padre che dai ministri della Chiesa, che predicavano bene ma razzolavano malissimo.

Da cosa sei partita per la stesura di questo libro e quando hai capito che era finito e che potevi proporlo a una casa editrice?

Per la stesura di questo libro sono partita da una scrupolosa ricerca storica perché volevo che il mio romanzo divenisse lo specchio di un’atroce realtà spesso travisata. Una realtà in cui le figure femminili monacate con la forza sono state sacrificate all’ambizione, all’interesse e alle malvagità maschili: donne profanate nel corpo e nell’anima, anche e soprattutto, all’interno dell’ambiente ecclesiastico. Ho capito di poterlo proporre alla casa editrice, che poi l’ha pubblicato, dopo che mi sono emozionata nel rileggerlo.

Cambieresti qualcosa di questo libro? Se sì, perché?

Di questo libro non cambierei nulla. Ma se potessi… cambierei la storia di queste povere ragazze.

A cosa stai lavorando adesso?

Sto lavorando alle… donne di Dante.

Che consiglio daresti a quanti vogliono intraprendere il tuo stesso percorso professionale?

Consiglio di scrivere sempre senza reticenze né artifici, di raccogliere storie profonde e messaggi veri, di dare voce a verità troppo spesso nascoste e di dischiudere quel patrimonio di valori quasi sempre nascosto dalla malvagità umana.

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