Una delle tante tendenze che spopola nel mondo è la fretta di fare le cose. Anch’io ne sono vittima, lo ammetto. Avere fretta di raggiungere un luogo, di ultimare al più presto un qualsiasi tipo di lavoro, di porre fine ad una conversazione noiosa o con una persona che non è tra le preferite, e così via… A volte tale tendenza viene giustificata con “siamo umani” e come tali abbiamo dei difetti. Ovviamente questa frase non viene minimamente pronunciata dai classici perfetti, ma se ricordate bene io non mi reputo affatto perfetta, per cui, sì, a volte mi sono giustificata anch’io in questo modo.
Purtroppo, avere fretta non sempre porta benefici e ci si ritrova, poco dopo, con conseguenze non tanto favorevoli alla nostra persona: decisioni sbagliate, obiettivi mal raggiunti, figuracce… Tutto per essere “primi”.
Noi Siciliani, tanto per fare un esempio, siamo primi in pochissime cose, ma cerchiamo in qualche modo di diventarlo in tutto, o almeno ci proviamo.
Qualche settimana fa, in un incontro con le scuole, ho saputo che la Sicilia, secondo alcune statistiche, occupa il primo posto tra tante regioni in qualcosa. Allora, ho sorriso pensando “Che bello!”, la mia reazione, però, è cambiata totalmente quando hanno continuato il discorso dicendo a cosa si riferiva la classifica. Una reazione che, credo, venga condivisa da tanti. Ebbene, siamo al primo posto per quanto riguarda la non passione per la lettura. Non è una notizia allegra, non per gli editori che per lavoro pubblicano e cercano di vendere il maggior numero di romanzi e simili, né per le librerie o biblioteche sempre più vuote, ancor di più non sono contenti gli autori e gli scrittori che tendono di far conoscere se stessi, le loro opere e mandare dei messaggi ai loro lettori, ma nemmeno quest’ultimi, come me, lo sono in quanto non hanno la possibilità di confrontarsi con altri, aventi la stessa passione, dei libri letti ed amati. Per fortuna, ci sono i social network che, anche se non sono da considerarsi una vera sostituzione della realtà, permettono di conoscere gente con la stessa passione e condividerla tramite pagine e gruppi dedicati ad essa. Indubbiamente il tutto deve avvenire con molta prudenza!
Sarebbe bello, però, se ciò, sia per la Sicilia sia per tutto il mondo, avvenisse non solo virtualmente, ma anche nella realtà, a tu per tu. Ci si incontra per tanti motivi, perché non farlo anche semplicemente per parlare di libri, confrontarsi con gli altri, consigliarsi a vicenda? Sarebbe anche un buon motivo per una maggiore crescita culturale! Qualcuno li organizza! Anch’io, tempo fa, sono andata ad un incontro di questo genere e non mi riferisco agli eventi in cui mi sono ritrovata protagonista per il mio romanzo, ed è stato molto piacevole parlare di libri, conoscere gente nuova… E di certo non mi dispiacerebbe parteciparne ad altri.
È vero che anche a scuola si parla di libri, ma il più delle volte non è un argomento affrontato bene. Fin da piccoli ci viene proposta la lettura di un determinato brano o libro come un obbligo, e se non lo si esegue c’è la punizione di un brutto voto. Questo, penso, sia uno dei tanti motivi per cui un bambino si ritrova ad “odiare” la lettura. Non succede a tutti, ma le statistiche parlano chiaro: non a tutti piace leggere né farlo ogni tanto.
Cosa fare per evitare tutto ciò?
A volte, essendo un’amante dei libri ed anche scrittrice, mi chiedono consigli sui titoli di libri che possono essere considerati belli. Io, onestamente, mi trovo in difficoltà. Mi appello a un famoso proverbio per farvi capire il mio motivo: “Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace”. Ognuno di noi ha dei gusti e logicamente non li abbiamo tutti uguali. Allora, per prima cosa chiedo qual è il genere che piace, quanto meno non propongo titoli che possibilmente non rientrano nelle loro preferenze… E poi, si continua a cercare, insieme.
Spesso – spiegava una libraria – consigliare non è sempre facile, anche se si conosce il genere, perché bisogna tenere conto di molti altri fattori; ad esempio è importante tenere conto che ad ogni età i libri adatti sono diversi, per le tematiche trattate, per il linguaggio utilizzato…
Intanto, cari insegnanti, cercate di rendere sempre meno antipatica la lettura ai vostri alunni, stimolateli a leggere utilizzando tanti metodi e non sempre lo stesso, in modo da farli appassionare e magari anche divertire, scoprendo nuove storie e facendogli conoscere nuovi posti semplicemente leggendo! Non finalizzate la lettura solo ad un giudizio scolastico, spiegate ai vostri studenti la bellezza che c’è nel leggere! Possibilmente non saranno proprio tutti a diventare dei divoratori di libri, ma credo che utilizzando diversi approcci si riuscirà ad avere un maggior numero di lettori, in Sicilia e ovunque!
L’amore per la lettura, secondo me, può essere paragonabile a quello per una persona. Se nasce, bisogna prendersene cura alimentando la passione, leggendo sempre tanti e diversi tipi di libri, affinché resti sempre viva e forte.
Vi lascio con una frase del mio Riuscirò mai ad essere felice?:
Quando leggevo mi sentivo come se uscissi per qualche minuto dalla realtà ed entrassi nelle storie dei protagonisti dei miei romanzi.